C'ERA UNA VOLTA UN PEZZO DI LEGNO

Riproduci video

Viaggio d’amore e fiaba nel mondo di Collodi e del suo Pinocchio
di Daniela Poggi e Marco Belocchi

Foto di scena

SINOSSI

Ritornare ancora sul personaggio di Pinocchio dopo le tante trascrizioni teatrali e cinematografiche può sembrare ambizioso. Eppure è proprio l’universalità del burattino di Lorenzini/Collodi che autorizza a scandagliare ancora e approfondire ulteriori letture e interpretazioni, magari agganciandole alla realtà e alle problematiche dell’oggi, su cui Pinocchio e il suo autore possono ancora suggerirci qualcosa.

Già, perché dietro Pinocchio c’è un autore, spesso  ricordato solo per il suo capolavoro,  tradotto tra l’altro in più di 200 lingue, un autore che invece ha al suo attivo un passato di giornalista, critico e scrittore di novelle, dalla penna fine e ironica, immerso anche nella sua realtà storica  risorgimentale e che giunge alla composizione delle Avventure di  Pinocchio in età matura e con sicuro mestiere.

Ripercorrendo quindi il capolavoro collodiano, l’idea scaturisce proprio dal  famosissimo incipit, dalla nascita stessa di Pinocchio da un tronco d’albero (l’albero da cui nasce la vita?): al primo  colpo di scalpello, il tronco piange, si  lamenta. Da qui una serie di riflessioni e  suggestioni che non ci possono non  colpire in un tempo, il nostro, in cui la Natura, ferita da ben altri scalpelli, lacrima. E con lei piangono tutti gli esseri viventi che sono coinvolti nella  catastrofe ambientale contemporanea,  ovvero gli animali, tutti gli animali, che  sono poi i coprotagonisti del racconto collodiano e a cui Lorenzini, sulla scia della tradizione favolistica, ha dato voce,  rendendoli di volta in volta filosofi,  mariuoli, medici, giudici e quant’altro.

Ma cosa direbbero oggi questi animali in un mondo diventato  improvvisamente nemico, che li assedia e li minaccia? Costretti a vivere in mari  inquinati, in foreste depauperate, o in  città soffocate dallo smog?

Lo spettacolo quindi si avvale oltre che della presenza di Daniela Poggi e Marco Belocchi, che curano anche il  testo e la regia, di tre musicisti dal vivo, Lisetta Luchini voce e chitarra, Marta  Marini mandolino e chitarra,  Alessandro Moretti fisarmonica. Inoltre  dell’apporto video curato da Gianmaria Urbinati, dei costumi e degli elementi  scenici curati da Maria Letizia Avato.

Ecco, questo  è il tema che il nostro spettacolo  vorrebbe portare all’attenzione del  pubblico attraverso il racconto  universale di Pinocchio, il burattino in cui convivono un’anima umana, una natura lignea e che infine, attraverso  alcune metamorfosi, valica anche la  condizione animale. Ciò non vuol dire, però, ripercorrere o riadattare le Avventure in un’ennesima variazione, si tratta bensì di dare corpo e voce proprio agli  animali, attraverso la voce degli attori Daniela Poggi e Marco Belocchi che dapprima impersonano Lorenzini/Collodi e una giornalista che compirà un’intervista “impossibile” che ci introduce nel laboratorio letterario di  Collodi, un grimaldello per penetrare nei recessi del capolavoro, esplorarne  gli angoli riposti, le realtà tangibili, i tempi e i luoghi dove Pinocchio fu  composto, che prima si trasfigurano nella fantasia dell’autore e poi nell’immaginario collettivo. E poi  ancora i personaggi/animali del  racconto e con essi si slitta dalla favola  alle problematiche di oggi, attraverso  contributi filmati che documentano il  degrado ambientale contemporaneo, la  crisi ecologica, e forse la speranza di un mondo migliore. Senza dimenticare il  contrappunto musicale affidato alla folk  singer fiorentina Lisetta Luchini che,  attraverso il suo repertorio tradizionale toscano, contribuisce a assaporare  l’atmosfera collodiana, quell’humus culturale su cui poggia il racconto di  Pinocchio.

Un progetto complesso, quindi, ma trasversale nella sua possibile fruizione e che, come Le avventure di Pinocchio, può toccare la sensibilità di adulti e  bambini per il suo messaggio, le sue componenti ludiche e didattiche, l’approccio semplice, ma profondo.